MARKET MOVERS - 45° SETTIMANA – NESSUNA NOVITà, è UNA BUONA NOVITà!

Financial Markets Background
Si è conclusa una settimana in pieno risk on grazie al nulla di fatto delle banche centrali.
La luce della speranza è stata accesa dalla FED , che pur mostrando profonda indecisione sulle future decisioni di politica monetaria, ha di fatto lasciato invariato il costo del denaro per la seconda riunione consecutiva. Sebbene Powell sia stato esplicito nel suo discorso, sottolineando la possibilità ancora aperta di ulteriori interventi mirati ad alzare il costo del denaro, i mercati sembrano non considerare come dominante questa opzione.
Due i fattori chiave che potrebbero sostenere la tesi di un raggiunto tasso di equilibrio: da un lato un’inflazione in rapida contrazione, e dati sul mercato del lavoro che mostrano un discreto raffreddamento nel comparto con la disoccupazione che passa al 3.9% e dall’altro la prospettiva di una potenziale fase recessiva per il temrine del 2023 inizio 2024. Questi due elementi potrebbero indicare una strada in discesa per il costo del denaro negli Stati Uniti nei prossimi trimestri , determinando cosi speranze e attese negli investitori che si sono catapultati negli acquisti di equity.
Non meno rilevante il calo dei rendimenti obbligazionari, che in seguito alla decisione FED di lasciare il costo del denaro al 5.5%, hanno abbandonato le aree di massimo del 5% sul decennale per lasciarsi trasportare in un lento declino fino ad un 4.57% , offrendo un’ottima sponda per i rialzi dell’equity.
a farne le spese questa settimana è stato il dollaro USA che in seguito ai dati sul mercato del lavoro, in netto peggioramento ha portato un dollar index dalle aree di107 a 105.00 figura, aprendo a scenari ribassisti dominati dalla paura di un forte rallentamento dell’economia USA e dalla prospettiva di peggiori differenziali tassi contro altre divise ora più appetibili.
La prossima settimana troverà infatti in calendario l’appuntamento con la RBA che dovrà decidere sulle politiche monetarie ora proiettate ancora a rialzi del costo del denaro per contrastare una delle maggiori inflazioni del gruppo G10, ma passiamo in rassegna i principali market movers della settimana
Lunedi 06 NOVEMBRE
- Ore 16.00 IVEY PMI (CAD)
In pubblicazione i dati PMI canadesi preparati dall’IVEY BUSINESS SCHOOL, dato che copre diversi settori delleconomia canadese e che nella sua ultima rilevazione aveva ancora mostrato un dato positivo a 53.1%, dato guidato special modo dall’occupazione , componente che raggiunge un 58.5% , mentre l’unico dato negativo , al di sotto del trigger di 50% sono gli inventari che si attestano ad un 48.1%. A far nota ancora i prezzi, che secondo l’indice Ivey si erano attestati ad un 67.3% in piena ascesa dal precedente +66.7%. l’economia Canadese si sta dimostrando ancora particolarmente robusta il che non depone a favore di un rientro dell’inflazione sui target, ma ciò non di meno la BOC ha deciso nell’ultima riunione di lasciare invariato il costo del denaro.
Martedi 07 NOVEMBRE
- 04.30 RBA INETERESET RATE DECISION
Chiamata alle decisioni di politica monetaria la RBA che da Giugno ha lasciato il costo del denaro fermo al 4.1% optando per una politica attendista, guidata dalla speranza e al contempo dalla paura che il rallentamento economico asiatico potesse inqualche modo riportare naturalmente l’inflazione verso le aree target.
L’elevata inflazione , che si attesta ancora ad u n+5.4% continua il suo lavoro di erosione del potere di acquisto per i cittadini australiani e le scelte morbide della banca centrale non hanno potuto far altro che scoraggiare gli investitori e portare ad un lento declino del dollaro australiano. Lo scenario sembra tuttavia avere le condizioni per un cambio di rotta, grazie ad un possibile raggiungimento del tasso di equilibrio per il dollaro Usa e l’aspettativa di un rialzo tassi per la RBA di 25Bp l’equilibrio del tasso di cambio AUDUSD potrebbe trarne benefici, in ottica più ampia il dollaro australiano potrebbe trarre vantaggio da politiche ora più aggressive, con un’economia sostenuta da un mancato rallentamento economico o meglio da una ripartenza del motore economico cinese potrebbe dare vantaggio per il prossimo 2024 alle economie oceaniche.
Mercoledì 08 NOVEMBRE
- 15.15 POWELL SPEECH
Dopo la decisione della FED di lasciare invariato il costo del denaro, le parole di Powell non hanno dato maggiore luce ai futuri intenti della FED che resta in attesa dei dati macro che possano comporre un quadro più chiaro della strada intrapresa dall’economia USA. Lo speech in programma quindi gode delle aspettative degli operatori rimasti in un clima di incertezza e che sperano di carpire linee guida più chiare su un potenziale futuro taglio tassi da aprte della banca centrale americana.
Giovedì 09 NOVEMBRE
- INFLATION RATE YOY (CINA)
Sorvegliato speciale resta l’economia cinese, che dopo le estreme difficoltà del comparto immobiliare, sta trovando nelle decisioni di politica monetaria della PBOC un forte supporto alla ripartenza. I primi chiari segnali di un rilancio sui consumi potrebbe provenire dall0inflaizone, che per ora resta sui livelli minimi del +3.45% dimostrando ancora uno scenario asfittico per l’economia del dragone.
Venerdì 10 NOVEMBRE
- 08.00 GDP RATE YOY uk
Dati preliminari per il Pil del Regno Unito che si era attestato nell’ultima rilevazione al +0.6%, mettendo in luce le preoccupazioni degli investitori per un possibile ingresso dell’econmia britannica in fase di recessione. L’altissima inflazione che stenta a tornare verso le aree target e le rigide politiche economiche della BOE potrebbero essere ingredienti sufficienti a determinare una fase di stagflazione, sulla quale potrebbero gravare le pesanti scelte di politica fiscale del governo. Diversi gli indicatori macroeconomici che pesano sull’outlook del regno unito , ma l’ultima parola spetta al GDP che potrà o meno determinare l’ingresso in una fase recessiva.
Buon Trading
Salvatore Bilotta
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