DAILY OUTLOOK del 01.01.2023 – NON è SOLO QUESTIONE DI TASSI

- MARKET BACKGROUND
In piena settimana dedicata alle banche centrali, siamo giunti all’appuntamento con la FED, questa sera alle ore 19.00 sarà la volta della banca centrale americana chiamata alle decisioni di politica monetaria.
Il mood mondiale sembra essere improntato all’attesa, non ci si attende nessuna modifica al costo del denaro il che porterebbe la FED alla sua seconda pausa nel trend di rialzo tassi, portando il focus sull’outlook futuro dell’economia americana che si sta dimostrando molto più resiliente di quanto si potesse sperare un anno fa.
I dati sul mondo del lavoro saranno pubblicati questo venerdi, quindi la FED dovrà fare affidamento sui dati sino ad oggi collezionati che ancora mostrano la necessità di mantenere il tasso di rifermento alto per molto tempo.
Il dollaro USA ieri ha dato dimostrazione di forza, sebbene la riunione di questa sera non dovrebbe riservare particolari sorprese e nel caso in cui gli outlook futuri dovessero essere negativi, non escludiamo la possibilità di storni per il biglietto verde.
L’effetto positivo per il dollaro US derivante dai differenziali tassi, si è oramai neutralizzato per il confronto con il G9, grazie ai rialzi del costo del denaro che si sono sviluppati in questo anno, mentre resta ancora un elemento dominante nei confronti delle economie emergenti, che tuttavia mal sopportano un dollaro troppo forte.
Il rallentamento economico americano potrebbe essere il vero drivers in questo momento, forse pù delle decisioni delle banche centrali, ora il focus sembra essersi spostato sulla risposte dell’economia reale più che sulle azioni messe in campo dalla FED.
Il Europa l’inflazione cala al 2.9% e la possibilità di riagguantare il target del 2% sembra ora dare buone speranze per un’economia decisamente provata dai tassi alti imposti dalla BCE.
Sul versante asiatico, male lo yen giapponese, che soffre ora una BOJ impassibile, ferma nei suoi tassi negativi al -0.10 % e che sembra non voler agire nemmeno sul contenimento dei rendimenti obbligazionari, lasciando lo yen al suo destino.
I mercati non si sono fatti attendere e hanno riportato le quotazioni sopra i livelli di guardia di 150.00 per usdjpy, proprio a dimostrare che il trigger ora viene percepito a 152.00 e non si esclude la possibilità di un approdo fturo a 155.00, ma la BOJ continua a dichiarare di essere pronta ad intervenire sul mercato fx alzando di fatto le aspettative degli investitori senza però soddisfarli.

-FX
Il mercato valutario quindi resta dominato dalla debolezza dello yen giapponese che sembra essere il vero drivers dei mercati e da una blanda forza del biglietto verde che dovrà tuttavia superare il banco di prova di questa sera con la FED.
Domani non possiamo dimenticare l’appuntamento con la BOE che si trova a lottare l’inflazione più alta del gruppo g10, ma l’impossibilità di strozzare un’economia fragile, preda della corsa rialzista dei prezzi energy pone la BOE ad una difficile scelta, che potrebbe sfociare ancora in un nulla di fatto.
Se da un lato lo yen lotta per non affondare su nuovi minimi, ed il dollaro sembra voler generare nuovi massimi, le altre valute finiscono col rimanere in balia di un nulla di fatto, special modo l’euro che dopo lo sprazzo di volatilità di ieri visto in occasione dei dati sull’inflazione è tornato nel range a ritestare i supporti di 1.0550, e ancora debole la sterlina che a 1.2150 punta ora al test dei supporti a 1.2123
Debolissimo anche il canadese, che segue la scia del petrolio e inizia a generare nuovi minimi con il test ora di 0.72 figura , ultimo baluardo prima dei nuovi affondi ribassisti.

- EQUITY
Il comaprto azionario ha vissuto giorni di modesto rialzo, con il nasdaq che segue un discreto schema lateral rialzista composto da sequenze di massimi e minimi crescenti, che tuttavia restano imprigionati in una formazione tecnica tipica di una bear flag. Le aree di resistenza restano salde ora a 14574, anche se le quotazioni sembrano non riuscire a rompere a rialzo i massimi di ieri a 14500pnt. Si guarda ora alla possibilità di ritorni verso i supporti di 14300 pnt, primo punto di approdo nel caso in cui la FED dovesse mostrarsi ancora una volta iper aggressiva.

- COMMODITIES
Dopo il bel movimento rialzista del gold, ora non possiamo non notare la discesa del WTI che afonda sotto i supoprti primi di 81.70 per andare a testare 81$ , in uno schema ribassista chiaro , composto da massimi e minimi decrescenti che pongono ora le resistenze a 83.36$ prima e 85.45$ poi.
Buona giornata
SALVATORE BILOTTA
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